SOSTEGNO ALLA FATTORIA

La storia: un futuro aziendale condiviso con i propri clienti

Carissime Lettrici e Lettori,
un paio d’anni fa Eric ha deciso di continuare il suo cammino aziendale oltre il primo scalino fatto nel 2016, quello d’essere un’azienda bio, cercando di dare e lasciare con il suo lavoro un’impronta buona giusta e pulita, come direbbe Carlo Petrini di Slow food. Una sfida non solo immane, opportuna e coerente verso le generazioni future che è risposta resiliente di fronte a un sistema economico e finanziario aberrante, il quale penalizza e tartassa ad esempio il lavoro reale e gratifica chi specula, giocando sulla pelle degli altri o creando soldi dal nulla. In un contesto di questo tipo è e sarà difficile concretizzare entro un paio di decenni quanto le politiche di vari paesi (nostro compreso) vanno sbandierando sull’urgenza climatica. Lo spauracchio dell’urgenza climatica, che è comunque reale, cela (o nasconde?) ben altre sfide altrettanto pressanti come per esempio quella energetica e alimentare. Una lettura consapevole che dovremmo poter avere grazie all’osservazione di quanto sta avvenendo a livello mondiale ma che è purtroppo offuscata da quasi tre generazioni di effimera e drogata sicurezza come nell’approvvigionamento alimentare, di corrente elettrica o di benzina. In pratica stiamo facendo la fine della rana dentro la pentola di acqua calda. Malgrado le chiare avvisaglie planetarie si preferisce restare nella zona di apparente confortevolezza senza accorgerci che le nostre libertà continuano a diminuire, che siamo sempre più controllabili in qualsiasi momento e che la futura carenza alimentare, come lo è ad esempio ora la paura per un virus, ci farà accettare qualsiasi compromesso pur di mangiare. Non è una bella prospettiva in una nazione dove abbiamo sempre avuto il vanto e la libertà di poterci gestire come meglio credevamo. Infatti questa gestione sempre più verticistica del potere si sta di nuovo concentrando nelle mani di poche famiglie o gruppi d’interesse sia a livello nazionale che mondiale e questo non farà che creare maggiori disuguaglianze, divisioni, emigrazioni e conflitti. La storia lo ha dimostrato varie volte ovvero i privilegi democratici così duramente conquistati ma facilmente persi non saranno di nuovo ripristinabili senza nuove e pesanti lotte.
Dal primo gennaio 2022 entro a far parte dell’azienda di Eric in qualità di socio e debitore solidale. Già da due anni collaboro con lui tramite investimenti nel settore fotovoltaico affinché l’azienda diventi il più possibile autosufficiente in energia pulita, quella che in un futuro non molto lontano potrà essere usata quale carburante a chilometro zero per i veicoli aziendali destinati al trasporto di alimenti e persone. Gli stessi veicoli potrebbero poi fungere da banca energetica durante l’assenza notturna di sole.
La modalità di reperire fondi per continuare a sviluppare un’azienda cercando di sganciare Eric da un sistema bancario e sussidiario che di fatto relega le imprese ad essere dipendenti costanti di modelli economico finanziari insensati sono le stesse che ho utilizzato negli ultimi 20 di micro imprenditore artigianale. Ho iniziato ad avviare la mia attività dal nulla e da solo nel 1988 con 30 mila franchi ed ora mi ritrovo con una realtà produttiva che dà da mangiare a 5 famiglie per 8 persone impiegate. Non possedendo ne case ne terreni non ho avuto la possibilità di prestiti bancari. La prima volta, posso capirlo perché ero all’inizio di questo percorso, mi fu negato addirittura un credito di 10 mila CHF; mentre la seconda volta me ne fu negato uno da 50 mila (poi accordato ma con l’obbligo di cedere la mia polizza d’assicurazione vita) e questo malgrado nel frattempo l’azienda, diventata SA con un capitale di 100 mila CHF, era passata da 1 a 4 persone impiegate con una cifra d’affari quadruplicata rispetto a 15 anni prima; l’onere d’interesse era del 4%. Da quella esperienza ho cercato di capire come fosse possibile staccarsi da un sistema che di fatto non mi aiutava e che creando saldi dal nulla me ne faceva anche pagare gli interessi. Cosciente che non potevo investire più di 20-30 mila CHF l’anno decisi di continuare ad essere io stesso la banca della mia attività aziendale. È stata la scelta vincente che mi ha permesso di mantenere e far crescere l’impresa assicurandomi basi finanziarie, ricevendone pure gli interessi ma scaricando la mia ditta del 75% dei costi per interessi bancari.
La sfida è maggiore ma fattibile con La Fattoria Biologica Il Cardo, ecco perché i miei risparmi invece che tenerli fermi su un conto a interessi negativi ho deciso d’investirli in “Buoni di partecipazione agricolo-alimentari”. Attualmente questi soldi si trovano su una delle falde del capannone della fattoria e producono energia pulita e rinnovabile e durante la primavera prossima anche la seconda falda sarà coperta con pannelli fotovoltaici. La prossima tappa sarà l’acquisto di un veicolo elettrico in sostituzione dei due funzionanti a diesel inquinante importato. Questo permetterebbe non solo d’assicurare in futuro l’arrivo di cibo prodotto presso la clientela ma anche fungere da banca notturna di elettricità senza fermare l’attività aziendale.
Un ulteriore passo è quello di attivare un orto aziendale condiviso, dove grazie agli scarti organici di una comunità invece che essere un costo di smaltimento diverranno un valore, andando ad arricchire scarpate e suoli simili a sassaie in parcelle produttive. Non da ultimo fra le sfide più grosse c’è anche quella di ricostruire una mini filiera per la produzione e trasformazione dei cereali. Oggi il Ticino è praticamente e completamente impreparato per tale evenienza.
Con queste righe desidero promuove l’idea di un’azienda condivisa sperando di stimolare sempre più persone e famiglie ad assicurarsi una capacità alimentare futura diventando attori attivi e non spettatori passivi di un bene che è indispensabile alla vita: l’alimentazione. Ciò è possibile condividendo appunto con noi l’attività della fattoria. Come? Con l’acquisto di Buoni alimentari di partecipazione aziendale. Conviene? Si conviene. Dal momento che nessuna banca per dei soldi fermi su un conto vi da ora l’interesse dell’1%, ecco che con Eric vi è ora anche questa opportunità. Quali partecipanti diretti al finanziamento imprenditoriale oltre agli interessi è possibile acquistare dei prodotti con un’eventuale altro sconto o in futuro di partecipare all’attività produttiva come si fa nell’ambito di una CAS agricola (Comunità di Supporto Agricolo). La condivisione, soprattutto di una realtà produttiva, genera maggior sicurezza e abbondanza per chi vi partecipa.
Con queste righe desidero promuove l’idea di un’azienda condivisa sperando di stimolare sempre più persone e famiglie ad assicurarsi una capacità alimentare futura diventando attori attivi e non spettatori passivi di un bene che è indispensabile alla vita: l’alimentazione. Ciò è possibile condividendo appunto con noi l’attività della fattoria. Come? Con l’acquisto di Buoni alimentari di partecipazione aziendale. Conviene? Si conviene. Dal momento che nessuna banca per dei soldi fermi su un conto vi da ora l’interesse dell’1%, ecco che con Eric vi è ora anche questa opportunità. Quali partecipanti diretti al finanziamento imprenditoriale oltre agli interessi è possibile acquistare dei prodotti con un’eventuale altro sconto o in futuro di partecipare all’attività produttiva come si fa nell’ambito di una CAS agricola (Comunità di Supporto Agricolo). La condivisione, soprattutto di una realtà produttiva, genera maggior sicurezza e abbondanza per chi vi partecipa.
Come scrive Luca Mercalli nel suo libro “Prepariamoci: a vivere in un mondo con meno risorse” ma forse più felici.

di Pierluigi Zanchi, titolare della tigusto SA (www.tigusto.ch) e municipale a Locarno (2021-23)

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